Tanto per complicarci/si la vita, i giapponesi usano 4 diversi alfabeti: hiragana, katakana, kanji e infine romaji, che altro non è che la trasposizione in lettere romane del giapponese. Dovunque vi girerete vedrete quasi sempre una combinazione dei primi 3, quindi, anche solo per una mera questione di informazione, ho costruito questa pagina.

Per inciso, è stato calcolato che ai bambini giapponesi, rispetto ai loro coetanei del resto del mondo, occorrono 2 anni in più per superare le difficoltà del loro stesso sistema linguistico. Aglp!

Siccome i giapponesi non si aspettano affatto che il turista sappia spiccicare anche solo una sola parola, ho inserito a fondo pagina un micro-breviario delle frasi che potete dire senza timore di fare brutte figure. Vedrete che dovunque le pronuncerete il giapponese che avrete di fronte apprezzerà moltissimo la vostra buona volontà.


L'hiragana, di cui qui sotto vedete i 46 segni di cui è composto, è usato per scrivere parole semplici, come i nomi comuni di cose, coniugazioni... E' il primo tipo di alfabeto che viene insegnato ai bambini (siccome è il più semplice), quindi è naturale che i testi scolastici siano scritti interamente in questo alfabeto.

In ogni caso, non è che per noi occidentali sia una passeggiata, in quanto i segni si assomigliano molto l'un l'altro e comunque tracciarli non è affatto una bazzacola (dovevate vedermi usare il pennello nella prova calligrafica, a Tokyo: una tragicommedia).

alfabeto hiragana

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Il katakana è molto più angolato dell'hiragana e personalmente lo trovo decisamente più facile (non che abbia avuto molte di occasioni di usarlo). E' usato per scrivere le parole straniere, siano esse nomi di persona, nomi geografici, nomi di cose (es.: computer, department store...). Siccome non tutte le lettere del nostro alfabeto si ritrovano nel katakana, la traduzione non è letterale, anche perchè col tempo si è sviluppato uno slang locale. Non va dimenticata anche la grammatica giapponese, diversa da quella della lingua d'origine. Così, ad esempio, gli onnipresenti department store che citavo più in alto (in pratica, i grandi magazzini), in giapponese si chiamano "depato", e vengono tradotti in katakana di conseguenza. Oppure Italia si scrive "Itaria", dato che la elle non esiste.

Una curiosità: il katakana è in un certo senso la versione semplificata del kanji. Infatti nel corso degli anni sono state prese parti di ideogrammi kanji al fine di "creare" l'alfabeto katakana.

Per chi vuole avere un'idea di come sono questi simboli, ho preparato questo primo schema, assieme a quest'altro.

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A tale proposito, "vediamo" sti benedetti ideogrammi kanji! Ho scritto vediamo tra virgolette perchè ce ne sono 40.000 circa in tutto, quindi sarebbe un po' complicato mostrarli qui. Grazie al cielo ai giapponesi ne vengono insegnati 3.000 a scuola. I toyo-kanji sono i 2.000 ideogrammi più comuni scelti dal governo e permettono a chiunque (che abbia una buona memoria, aggiungo io) di leggere libri e quotidiani popolari.

Questi ideogrammi cinesi sono arrivati in Giappone più di 1200 anni fa, ad opera dei monaci buddisti. Ognuno ha un diverso significato, ma non necessariamente un differente suono, come invece avviene per il katakana, l'hiragana e il romaji. La maggior parte dei caratteri ha diversi modi di essere letto: ad esempio, l'ideogramma che indica "persona" può essere letto come jin, nin, hito, bito, ri, in aggiunta ad altri suoni.

Confusi? Lo spero bene, perchè non vorrei essere il solo a sentirmi così. In ogni caso, questo alfabeto viene impiegato per scrivere nomi di luoghi giapponesi, come Tokyo, i nomi delle persone, verbi, aggettivi...

Per dare un assaggio di come è scrivere in kanji, questa immagine significa Tokyo, appunto: Tokyo. L'ideogramma a sinistra significa "est", mentre quello a destra "capitale". Questo perchè la capitale fu spostata da Kyoto a Tokyo, che si trova più a est, appunto.
Quest'altra immagine significa (MOLTO più o meno, siccome l'ho disegnata io...) fiume: fiume, che si pronuncia "gawa". Questo è la montagna: montagna, e si legge"yama". Molti nomi di città e di persone contengono questa parola, quindi nella trascrizione in kanji troverete questo simbolo. Particolarmente utili durante le visite a musei, castelli ecc. risultano questi ideogrammi: Adulti significa "Adulti", uscita uscita infine entrata: entrata.

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Saper dire qualche parola in giapponese è molto importante perchè dimostrerete molta buona volontà a tentare di parlare questa difficilissima lingua. Siccome è uno scoglio molto duro per i giapponesi stessi impararla, i vostri tentativi riscuoteranno caldi e sinceri apprezzamenti. Un curioso effetto collaterale però, è che se il vostro interlocutore è portato a credere che sapete il giapponese, comincerà a parlarvi nella sua lingua (a Mach 3) e a questo punto non capirete una mazza, come è capitato più volte al sottoscritto. Ma è un ben misero "prezzo" da pagare, credo.

      Bando alle lungaggini ed ecco alcune semplici espressioni:
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